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L’Americana non è solo una donna nata tra i confini degli Stati Uniti o naturalizzata in seguito ad immigrazione, l’Americana è anche un’entusiasmante competizione agonistica che figura da tanto tempo nelle prove di ciclismo su pista. Fondamentalmente consiste in una gara ad eliminazione

. Dal 2009, o 2008 adesso non rammento bene, l’abbiamo inserita nel nostro programma di allenamenti estivi adattandola al podismo. All’ingresso della pista è opportuno collocare prima un cartello che indica “Pericolo di Morte”!!!

La formula è collaudata e va semplicemente puntellata in base al numero dei presenti. Il teatro di svolgimento è il Campo “Tomaso Podda” di Nuoro. Si corrono tutti insieme dei 400 metri e gli ultimi vengono di volta in volta eliminati dalla competizione. Si recupera circa un minuto a partire dal momento dell’ultimo arrivo e si riparte. Pur correndo insieme Uomini e Donne fanno gara separata, tanto che per lo spettatore è divertente osservare i due gruppi muoversi a velocità differenti. Insomma paghi uno ma vedi due!!! L’Americana per chi la vede da fuori è divertente e coinvolgente ma per chi la vive da dentro è una prova terribile capace di portarti a punte di frequenza cardiaca impensabili in altre prove. Sofferenza allo stato puro. E questo avviene dai primi giri in quanto coloro che sanno di avere più chance di eliminazione comunque già nei primi turni danno il massimo per rimanere in corsa portando tutto il gruppo a sostenere ritmi elevati da subito.

L’Americana richiede elevate capacità anaerobiche lattacide, se si può così definire. Difatti pur essendo prove superiori al minuto, quantomeno all’inizio della competizione, si corrono prevalentemente senza richiesta di ossigeno. Più si avanti con le prove e più il muscolo va in acidosi velocemente in quanto il lattato prodotto è enorme e solo chi ha grandi doti di resistenza lattacida riesce a sostenere tante prove senza scadere o vincere la voglia di fermarsi. E vi assicuro che lo si legge in faccia ai concorrenti al momento del termine della prova. I commenti dovrebbero essere registrati e appuntati per scriverne un libro. Ma in alcuni momenti, soprattutto nel finale, richiede doti di velocità e anche di forza esplosiva. La prima parte può essere per alcuni tattica ma arrivati ai 150 metri finali esplode la bagarre per non essere eliminati, l’istinto di sopravvivenza ha la meglio sul desiderio di abbandono da sofferenza, e da quel momento devono venir fuori altre doti….almeno che non sei una spanna sopra gli altri. Gli sprint sono da cardiopalma.

Ieri la presenza è stata massiccia e di alto livello. 31 o 32 uomini e 13 donne. Gli uomini venivano eliminati due per volta mentre per le donne una soltanto. Chi è arrivato/a alle ultime serie ha sostenuto ritmi da capogiro che invece di diminuire con il crescere delle prove aumentava sempre di più. Gli ultimi hanno disputato circa 15 400metri!!!! Alla fine le finali sono state vinte dalla parte femminile da Patrizia Mereu che ha regolato allo sprint Daniela Casandra e Alessandra Ceccarelli, mentre tra gli uomini ha prevalso Raffaele Nonne dopo un testa a testa entusiasmante con Agostino Saba chiuso in circa 54’’!!!! A seguire il vincitore della passata edizione Raffaele Sechi e il sorprendente Loi.

Alla fine la formula è risultata ancora vincente. Prove massacranti, allenanti……e per chi ha osservato dai lati del campo di un divertimento assoluto.

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