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Il mio primo mattino è abbastanza routinario. La sveglia è quasi sempre presto e i movimenti da zombie mi accompagnano per circa 30 minuti da quando abbandono il letto. Non sono il tipo che riesce a starci sopra una volta che gli occhi si aprono.

E di questi tempi è già difficile che riesca a chiuderli. La primissima cosa che faccio è il caffè! Senza ne morirei. Come la carezza della donna che ami. Non sono molto affabile in quei momenti, tutt’altro. Ho necessità di riprendermi pian piano e gradisco silenzio e che nessuno mi chieda niente. Tra le altre cose che faccio c’è l’appuntamento quotidiano con l’edicolante sotto casa per i giornali e la spazzatura, rigorosamente differenziata, che deve essere opportunamente gettata nei cassonetti appositi. Dopo una frugale colazione sono solito recarmi dal mio fruttivendolo di fiducia che è molto mattiniero come il sottoscritto. Ma nel mio quartiere di mattinieri ce ne sono tanti. Quando lo guardo al buio penso a lui che alle 3 si gira sveglia la moglie e le dice: “Amore, c’è un problema!”; e lei: “Tra di noi?”; e lui: “No, tra la gente!”; e lei: “Ma vaffanculo e dormi!”.

Il fruttivendolo è un gran chiacchierone. Uno che ha la testa sulle spalle e che conosce tanto della vita. Lo scontrino numero uno della giornata spesso finisce nelle mie tasche. Mentre scelgo la frutta e la verdura che mi servono si parla e si commenta. C’è anche un po’ di sano qualunquismo. Solitamente ogni 100 parole proferite 95 le dice lui e 5 rimangono a me. Ma se sono in vena ci sono giorni che fa un soliloquio. Io non sono un gran chiacchierone. Forse scrivo tanto, sono anche noioso a tratti….ma parlo poco. A volte questo mio modo di pormi può imbarazzare o può essere visto come una specie di stile creato ad arte. Ma così non è….sono proprio taciturno di natura. A volte rimango senza dirmi una parola per giorni e dopo mi chiedo se ho bisticciato con me stesso. L’amico di un mio amico un giorno che mi recai a Cagliari a casa sua davanti al mio sillabare risoluto gli disse che avrebbe voluto inchinarsi e ricevere la mia benedizione. Ci rido sopra ma capisco che a volte può intimorire. Però mi piace ascoltare molto anche se spesso, soprattutto quando c’è tanta gente, tendo ad estraniarmi e a traslare in un mondo tutto mio. Sono solo tra la gente e trovo compagnia nella solitudine. Strano ma a volte accade.

Questa mattina ero più in vena del solito. Volevo conquistarmi almeno un 15% della discussione. Franco, il fruttivendolo, mi ha chiesto cosa ne pensavo di questo periodo. Se finalmente si era andati oltre. E’ preoccupato perché in giro c’è tanta crisi e le vendite calano. Ho fatto un gran respiro profondo e poi sono partito: “Sai Franco, oggi lo spread spagnolo è migliore di quello italiano e confindustria ha detto che per risollevare il Pil è necessario ridurre il cuneo fiscale! Ma se non s’interviene sulla spending review i tassi dei bot tendono a salire e anche i cct devono essere collocati. Ma con il redditometro e la lotta allo scudo fiscale forse si può abbattere l’Irap che potrebbe essere deducibile quando anche non detraibile, ma se la Tares sostituisce l’Imu e il sistri non decolla siamo destinati a rimanere ancora in questa fase di stallo!!!”.

Franco da uomo vissuto quale è, mi ha guardato per un minuto silenzioso, come a volersi sostituire a me e poi in modo calmo e pacato mi ha chiesto se preferivo le pere coscia del Trentino oppure le abate della Puglia. Lì ho capito che forse dovrei provare a parlare di più con la gente…..

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