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Tredici anni! Tanti sono per un cross che resiste al tempo, che nonostante il mutare delle tendenze pare non invecchiare…anzi. Quando tredici anni fa venne organizzata la prima edizione lavoravo a Cagliari e correvo senza programmi di allenamento.

Terminai la mia prova tra gli ultimi ma lo sforzo che feci mi aveva talmente ottenebrato la mente che pensai di aver disputato una gara maiuscola. In realtà avevo corso una gara mai-maiuscola!!! Così non era ma quel pomeriggio, si perché le prime edizioni si svolsero di sabato pomeriggio, iniziai ad avere un rapporto con la corsa meno da salutista e più da agonista. Col tempo corsi questa gara a volte in modo molto competitivo altre svuotato di energie e motivazioni. Un anno la volevo fare nuotando ma faceva troppo freddo. Un altr’anno ero tra i primi e persi una scarpa, feci un intero giro con un piede scalzo. Ma c’ero sempre.

 

Il mio rapporto con Ugolio è di amore e odio. Tanto la desidero d’inverno, tanto la ripugno d’estate. Come la mela. I motivi sono agevoli da comprendere. Ma in questo periodo fino a primavera inoltrata mostra un attrazione a cui è difficile resistere. Vito Corleone se avesse amato la corsa avrebbe biascicato: ”Vi faccio un offerta che non si può rifiutare! Andiamo a correre a Ugolio”. Perché poi è errata la convinzione che sia solo una pineta, non siamo in un litorale marino. Ci sono pini ma ci sono tante querce e lecci. C’è una fitta vegetazione che ha messo su radici e che splenderà probabilmente quando noi non ci saremo più. Adesso è il periodo più rigoglioso e quando si ha la fortuna di correre in una bella giornata di sole si rimane incantati nell’osservare i raggi filtrare tra le fronde degli alberi. Viene voglia di scrivere!

 

I percorsi poi sono innumerevoli. Chi non ha fantasia si limita a presidiare il classico da 1 chilometro e due, ma chi invece ha voglia di andare oltre può percorrere sentieri incredibili per svariati chilometri. Ovviamente il contatto con un microclima che ha edificato il suo regno a poche decine di metri dalla città richiede anche una predisposizione ad accettare un ambiente mai ostile ma senza dubbio ben difeso nella sua peculiare morfologia. Ecco che lo slargo si riduce fino ad incanalarsi in un insieme di tortuosi cammini alcuni conducono verso l’alto altri scendono quasi a valle. Chi ha voglia di cimentarsi in un esperienza diversa qui può trovare fonte di varietà senza confini. E quindi anche impegnativi.

 

La cosa che mi inorgoglisce di più è che a distanza di tredici anni siamo ancora qui. Siamo cresciuti di numero, siamo cresciuti come qualità, siamo cresciuti mantenendo inalterato lo spirito che portiamo dentro. A volte siamo un po’ polemici ma non ci piace appiattirci verso il pensiero unico. Non ci piacciono lezioni di morale da chi non ha titoli per farle e sappiamo riconoscere i nostri errori, ammettendoli con umiltà quando li facciamo. Per questo siamo ancora qui, forgiati dall’amicizia che ci lega, dal piacere di incontrare persone che stanno invecchiando bene come noi d’altronde. L’altro giovane una ragazza mi ha dato 25 anni!! E quando dopo aver allestito quello che è il miglior spettacolo che coi limitati mezzi credi di poter offrire senti un apprezzamento sincero, ricevi una pacca sulle spalle, un abbraccio caloroso, un sorriso non di circostanza, bè allora pensi che tutte le ore che dedichi all’atletica e allo sviluppo di un messaggio che avvicini le persone a questo mondo invece che allontanarle allora torni a casa davvero ricompensato.

 

Le gare tutte belle hanno palesato quanto importante sia il contatto con la natura e lo sport per i più giovani e quanto salutare sia correre sorridendo, anche se in salita era davvero difficile da percepire il ghigno, per i più attempati. Le classifiche, i tempi, i vincitori passano in secondo piano, se non in mansarda, quando stai bene con chi ti è vicino. Un grazie convinto a tutti. Ah dimenticavo....se mai dovesse capitarvi di inoltrarvi in quei sentieri fate molta attenzione al lupo di Ugolio, specie in via d'estinzione...purtroppo

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