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Inizio col dire che sfrutto il blog di mia mamma per raccontarvi un’esperienza unica.
Iniziò tutto quando alle 4.30 del mattino mamma arrivò in camera con un passo leggero, ma poi con la sua voce risvegliò tutta la casa…


gioele ticca lignano 1Io con un giubbotto di sonno addosso scesi per le scale con gli occhi socchiusi e il cervello spento.
La colazione mi stava già aspettando in cucina e io la accolsi nel mio stomaco con molto piacere; al primo morso di una buona fetta di torta il mio cervello si era già quasi riacceso del tutto.
Si stava facendo tardi e l’orario dell’appuntamento con Sergio Toso e suo figlio Davide si stava avvicinando (dovevo partire con loro in macchina per l’aeroporto di Alghero).
Iniziai a prepararmi velocemente con la gioia più totale in testa, sapevo che era il grande inizio di una nuova e bellissima avventura.
Tutto ad un tratto il citofono suonò, uscimmo con mamma fuori dalla porta e li vedemmo là che mi aspettavano. Con la valigia in mano salutai mamma con un grande abbraccio e lei mi disse: - In bocca al lupo, ti voglio tanto bene. Le sarebbe piaciuto tanto accompagnarmi ma purtroppo gli impegni di lavoro non glielo hanno permesso.
Salutai Sergio ma soprattutto Davide che anche se ha 19 anni è un mio grande amico, una persona fantastica, un punto di riferimento per me. Lui stava partendo per andare a Urbino, una bellissima università nella quale studierà scienze motorie, un’interessante strada che anche a me piacerebbe percorrere.
In viaggio per Alghero io non resistetti e il sonno vinse su di me. Dormii per una mezz’oretta e quando mi svegliai eravamo arrivati.gioele ticca lignano 2Entrammo tutti in aeroporto, un bar attirò la nostra attenzione. Chiedemmo tutti una pasta con la crema che soddisfò il nostro appetito da prima mattina.
Il check-in andò bene e entrammo dentro la sala in cui aspettammo che l’entrata per il nostro aereo aprisse.
Seduti in aereo io e Davide eravamo vicini e iniziammo a chiacchierare del più e del meno.
Dopo l’atterraggio prendemmo il treno e un pullman e alla fine eccoci a Pesaro. Là salutai Davide e gli altri che presero un altro pullman per Urbino mentre a me venne a prendermi la mamma di un mio compagno di squadra: Niccolò.
Mi portò a casa loro e Niccolò ancora non c’era e neanche il babbo. Conobbi la sorellina di sette anni con cui guardammo la televisione fino a quando non mi arrivò un messaggio da un ragazzo, sempre mio compagno di squadra però più grande, che mi proponeva di andare a fare prima un giro in centro e poi a fare una nuotata. Accettai subito con grande entusiasmo. Venne a prendermi e con lui c’era anche una ragazza, la sua migliore amica, pure lei grande triatleta.
Sono entrambi simpaticissimi e passai un pomeriggio piacevolissimo.
Dopo la nuotata mi proposero di farmi assaggiare la piada. Io accettai con molto piacere, era deliziosa, enorme, e anche molto oleosa, ecco perché il posto in cui la cucinavano veniva chiamato l’oleosa. Poi la sera ci salutammo sperando con tutto il cuore di rivederci presto.
Mi accompagnarono a casa di Niccolò e lui dopo un po’ arrivò e andammo a coricarci parlando per un’oretta, conoscendoci meglio e raccontandoci qualcosa di noi.
Quando ci svegliammo facemmo colazione e dopo con il babbo andammo al pullman che ci avrebbe accompagnati fino a Lignano Sabbiadoro. Là feci la conoscenza di Elia, un altro mio compagno di squadra. Ed eccoci tutti e tre assieme pronti per affrontare il campionato nazionale del Trofeo Coni 2015 di triathlon.
Il viaggio durò circa cinque ore e all’arrivo ci aspettò un albergo da favola. Tutto era in ordine…ma l’ordine non durò molto! Babbo in quei giorni era a Genova per lavoro ma mi fece una sorpresa venendo pure lui. Lo salutai felice e dopo un po’ dovetti salutarlo di nuovo perché noi dovevamo andare a mangiare. La sera iniziò l’avventura con l’apertura dei giochi e la presentazione tra musica, luci e colori di tutte le squadre. Quel giorno passò velocissimo e la sera arrivò in un attimo.
Andammo a dormire abbastanza presto sapendo che la mattina seguente ci attendeva la gara.
Eccoci di nuovo svegli, carichi e anche un po’tesi. Ci preparammo e alle sette andammo in bici verso la piscina dove si doveva tenere la gara.
Quanta emozione quando in acqua, pronti a partire, il nostro secondo allenatore (Andrea), più in ansia di noi urlava: dai ragazzi!
La gara partì e io non capii più niente, pensavo solo a nuotare in quel momento. Quando la frazione di nuoto finì uscii dalla piscina e mi accorsi che pioveva, anche se poco mi infastidiva ma continuai a correre verso la zona cambio. Ero a rilento, non riuscivo a mettermi le scarpe per due motivi: la linguetta delle scarpe era entrata dentro e le mani mi tremavano dall’ agitazione. Presi la bici e iniziai a andare, nel cambio avevo perso 4-5 posizioni ma in bici le ripresi tutte tenendomi in quinta posizione. Finii la frazione di bici e iniziai a correre. Credo di aver dato tutto e questo mi ha permesso di mantenere fino alla fine la quinta posizione. A gara terminata ero contentissimo del mio risultato. Anche quella giornata finì e pure quella sera andammo a letto abbastanza presto pensando alla mattina dopo in cui si doveva tenere la staffetta.

gioele ticca lignano 3La mattina ero molto agitato sapendo che il mio risultato avrebbe dato valore a tutta la squadra. Ero il primo frazionista. Nella frazione di nuoto uscii secondo dei maschi e quarto contando anche le ragazze che avevano stracciato tutti, ma poi in bici le superammo subito.
In bici restai secondo, sapevo che quello che era arrivato quarto il giorno prima era anche lui primo frazionista e quando in corsa lo sentii arrivare allungai il passo dandogli un bel distacco. Arrivai a dare il cambio che ero secondo. Battei il cinque a Niccolò e lui partì. Ero soddisfatto perché sapevo di aver dato tutto. Niccolò mantenne la seconda posizione con un po’ più di distanza ma ora per noi c’era Elia il più forte della squadra e invece la squadra con la quale ci contendevamo il primo posto aveva messo per terzo il meno forte. Elia recuperò il distacco e lo superò portandoci ad arrivare primi in staffetta. Eravamo tutti contentissimi, eravamo pieni di energia. Primi sul podio della staffetta, un sogno! Mi sentivo bene, mi sentivo carico. Salutai tutti i miei compagni e partii con babbo per la Sardegna con un’esperienza di vita in più e con un sorriso enorme.
Altra cosa che mi preme dire è che ho sentito la mancanza del mio allenatore Raffaele Secchi, al quale voglio molto bene, assente a Lignano perché impegnato nell’ITU World Championship di Triathlon a Cala Ginepro dove ha ottenuto un ottimo risultato, dandomi ancora una volta un positivo esempio da seguire.

Un ringraziamento particolare a Pool Sport e in particolare a Ivan Nocerino che mi ha consigliato e aiutato nella scelta delle scarpe da usare in allenamento e nella gara, ed inoltre mi ha donato per il buon augurio un bellissimo paio di occhialini con i quali ho nuotato come un pesce!

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