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Commenti sulle Gare
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ATLETICA ITALIA
PERCHE' COSI NON VA...


L’atletica su pista in Italia è totalmente ingessata, morta, incapace di creare reti, sistemi, nuove formule inclusive. I calendari sono zeppi di gare a sè stanti, senza un senso logico complessivo. Unica data sensata e coerente sono a giugno-luglio gli italiani individuali.
Tutto quello che c’è prima serve per conseguire i minimi di partecipazione. Mentre prima degli italiani di categoria è tutto caos, dopo gli italiani è mestizia assoluta. ...sigh!!!
Penso sinceramente che chi organizzi i campionati individuali regionali a settembre, deprezzi a zero quella manifestazione. Pensavo che l’atletica fosse fondamentalmente uno sport individuale, ma questo denota come nella cultura italiana dell’atletica su pista valga di più il campionato di società che uno individuale. Ovviamente non siamo ingenui: è ovvio che i punti dei campionati di società portano punti “elettorali”, ma visto che si vota ogni 4 anni, forse per 3 stagioni si potrebbe anche sotterrare l’ascia di guerra e pensare coerentemente a come rendere più appetibile l’atletica su pista. Quindi a come trattenere atleti o invitarli ad abbracciare questo sport.
Vedo tante rotelle che girano a vuoto, e questo non è un bene per il sistema. Il circuito dei meeting italiani per esempio è (al pari di molti altri grand prix a livello internazionale) privo di collante. Si chiama “circuito” ma ogni meeting è a sè stante. Non c’è nessuna classifica e non c’è nessuna tappa finale, che avrebbe anche un suo fascino. Niente.
Parrebbe piuttosto un "cortocircuito".

Atletica varie02Un regalo agli atleti che compongono le fasce meno elitarie di questo sport e che invece costituiscono la stragrande maggioranza degli atleti attivi non viene proprio previsto.

Poi non si capisce perchè non far coincidere i campionati regionali di società assoluti o delle categorie giovanili con quelli individuali: visto che i c.d.s. di maggio è la manifestazione in Italia più ricca in termini di partecipazione di tutta la stagione, perchè non assegnare anche i titoli individuali? Perchè ridursi a programmare i regionali individuali a settembre con 4 gatti e con un titolo che ha perso il 99% del suo valore agonistico?
Comprendo che l’ossatura del sistema atletica siano le società, ma gli atomi che la compongono sono gli atleti. Gli atleti non devono essere solo portatori di punti per la classifica finale di un campionato a squadre, ma devono appartenere ad un coerente sistema di gratificazioni che li tenga aggrappati a questo sport.
Ma che gusto potrà mai provare un ragazzo di 18 anni a vincere una gara correndo da solo in una fresca giornata di settembre?

Come detto, non si vede il sereno all’orizzonte, qui dovrebbe essere la Federazione a muoversi. Ma come? Esistono commissioni che propongono innovazioni? Esistono persone a questo delegate? Ed eventualmente, come si muovono? Chi gli dà suggerimenti? O devono essere gli stessi consiglieri federali (oddio...) a proporre le innovazioni da introdurre?
Come fanno una decina di persone a decidere su tutto lo scibile umano in una riunione di 3 o 4 ore? E se le riunioni sono ogni 4 o 5 mesi, chi pensa a cosa? Il mondo dello sport è in continua evoluzione e ci troviamo un organismo decisionale atrofizzato e incapace di leggere la situazione. Il divario con gli altri sport si dilata a dismisura mentre il massimo espresso è la sola attribuzione delle sedi dei prossimi campionati e i minimi di partecipazione.

Ora, pensate:
la IAAF ha introdotto le staffette miste ormai da un paio di anni. Mi domando: qualcuno ha informato la Fidal? Perchè non liberalizzare quanto più possibile la partecipazione a qualunque manifestazioni sul territorio italiano per cercare di invertire la rotta? Nessuna limitazione agli atleti esteri che volessero partecipare a manifestazioni in Italia (come succede agli atleti italiani che vanno all’esterno: non c’è reciprocità?). Dare la possibilità di generare alla fine delle manifestazioni, staffette che non siano vincolate alla sola società di appartenenza, ma che possano prevedere la creazioni di team intersocietari, anche misti uomini e donne. E'una gara prevista a livello internazionale. Dare più spazio alle prove spurie (quindi cercando il modo di renderle valide anche per l’ottenimento dei minimi per le distanze limitrofe).

Introdurre circuiti che coinvolgano non solo i migliori, ma anche gli atleti di medio-basso lignaggio visto che senza di loro, crollerebbe tutto il sistema (quindi premiando la fedeltà alla partecipazione, imponendo 7 o 8 gare in un anno con punteggi). Ed è quello che sta succedendo almeno in Sardegna.
Strano ma vero. Ma gli altri..?

Lo potrebbero già fare le Fidal regionali, provinciali, trovando punti di contatto, ma non vedo nulla di tutto questo, o pochissimo. Nessuno vuole far rete con nessuno. Tutti sono in perenne guerra per un potere risibile e non certo nel nome del bene di questo sport. Nascono continuamente progetti che si rivolgono solo ai migliori, e ancora nessuno riesce a capire che bisogna coinvolgere tutti, anche i peggiori, nel meccanismo generale, proprio come fa la strada, che, pensate un pò, si è concentrata solo su di loro. Questa è la business idea: essere accattivanti con la massa di atleti, non solo con i migliori cui vengono indirizzati tutti gli sforzi (raduni, sovvenzioni, premi) ma senza riuscire una sola volta a fare un regalino a tutti gli altri con davvero poco.

Insomma, introdurre innovazioni, idee, nuove formule, fregarsene dei bacchettoni che dicono “questo è un circo” (perchè la loro atletica granitica che non deve mai cambiare sta facendo solo morti), che non devono essere per forza quelle qui proposte. Ma qualcuno proponga qualcosa, si svegli. L'atletica su pista sta morendo e sarà sempre più difficile avere atleti che vincono medaglie internazionali se il rubinetto che ne sta alla base viene chiuso?

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