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Le Interviste
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L'intervista? Un taccuino, una penna e di fronte una persona che ha qualcosa d'importante da dire.
L'intervistata: Claudia Pinna, atleta del CUS Cagliari pluriprimatista sarda del mezzofondo prolungato e della mezza-maratona, dottoressa in chimica farmaceutica, agente forestale in servizio a Lanusei. Bruna e solare l'atleta di San Gavino è tipo deciso, caparbio; dai suoi occhi verdi traspare una lieve dolcezza che mitiga qualcosa, forse, l'ambizione? Il suo sorriso luminoso, indimenticabile, quando s'accende, pare ti prenda in giro: un modo come un altro per non prendersi troppo sul serio, quantunque la persona in questione sia con la testa sulle spalle e grintosa alquanto.  Le avversità della vita di certo non la piegano; chilometri e gare ovunque ne hanno forgiato il carattere; e nonostante a trent'anni -in questo caso atleticamente- si facciano già dei consuntivi, siamo sicuri che Claudia coltiva ancora dei sogni e sia come sempre pronta a gettare il cuore oltre l'ostacolo.
 
D. "Io ho un sogno" tuonava M. Luther King quando tu non eri ancora nata e Tommy Smith diceva la sua sul palcoscenico olimpico di Città del Messico. Qual è il tuo sogno?
R. Il mio sogno è sempre stato, atleticamente parlando, di poter riuscire ad esprimere la mia forza con tutta serenità, perché provare a sognare è lecito, il resto lo fa la natura!
 
D. Qual è l'aggettivo affine alla tua terra d'origine con cui ti si potrebbe definire?
R...testarda e umile.
 
D. Attraverso lo sport hai potuto viaggiare, scoprire luoghi e persone, culture e costumi diversi dai tuoi. La differenza-diversità scoperta nell'altro/a ti ha arricchito? Che cosa hai scambiato e dato in cambio?
R. si, le mie esperienze all'estero le ho fatte grazie all'atletica, anche se quando si corre si ha solo il dopo-gara per poter capire dove sei. Dalle conoscenze alle amicizie più strette, ciò che è servito di più è stato il confronto, le esperienze da raccontare e i modi di vivere.
 
D. C'è una differenza sostanziale tra il turista e il viaggiatore; il primo, solitamente consuma; il secondo, scopre. L'atleta Claudia cos'ha scoperta tra una gara e l'altra? Nel dopo gara si è certamente rifocillata, ma poi, ha preso a scoprire nuovi sapori e gusti. La cultura di un popolo la si scopre anche attraverso la sua cucina. Quale ti ha colpito particolarmente?
R. a questa domanda è d'obbligo rispondere la cucina giapponese che più si discosta dalla nostra.
 
D. Gli occhi ben oltre i confini di San Gavino ma il cuore ancorato a salde radici paesane; pare che il tuo rapporto col paese sia viscerale. Che cosa rappresenta per te?
R. San Gavino rappresenta la mia famiglia, la mia vita sino a 30anni, la mia crescita sportiva con chi mi ha aiutato in questo, i miei amici.
 
D. Nel 2007 hai conquistato il titolo italiano sui 5000 mt. e sei salita sul podio nei 10000. Quest'anno non ti sei riconfermata pur lottando sempre con le migliori anche se sul podio sei salita lo stesso. Cos'ha rappresentato il titolo vinto, e per quale motivo non ti sei ripetuta?
R. Il titolo dello scorso anno, la forma dello scorso anno (anche il mondiale di mezza maratona), sembrava un preludio per il grande salto...ma in realtà poi fai i conti con la fortuna e la realtà; non mi ha cambiato la vita e ancor di più mi son resa conto che nessuno ti regala niente, come sempre. Ho superato con fortuna problemi di salute causati forse pure dal troppo stress e se penso che mi avevano proibito l'attività sino a marzo, da fine ottobre ho solo pensato alla fortuna che ho avuto; capire che tutto quello che è venuto quest' anno è stato positivo. Certo dal punto di vista tecnico mi è mancata tutta la preparazione invernale che è sacrosanta, e poi da aprile ho cambiato lavoro, sono a due ore da casa, mi alleno da sola e ho cambiato diverse cose della mia vita. Per fortuna ora ho un lavoro e sto bene e questo per ora mi basta, anche perché non ho altre possibilità.
 
D. Da allieva eri già vincente, titolata; si presupponeva che i tuoi margini di miglioramento sarebbero stati superiori agli attuali? Se è così, cosa pensi ti sia mancato per diventare a pieno titolo una professionista? Sono stati solo gl'infortuni a rallentarti o altre scelte altrettanto importanti?
R. Per fare il salto di qualità devi essere sereno, cioè avere un lavoro che te lo permette e cioè..scusa il giro di parole, entrare in un gruppo militare. La mia sfortuna è stata che allora non erano ancora aperti alle donne o e poco dopo potevano entrare solo quelle appena più giovani, io la scelta l'avevo già fatta perché senza gruppo sportivo non avrei rischiato; ho preferito studiare e laurearmi, anche se per due anni ho provato più a correre che a studiare, poi per due anni infortuni pesanti (vedi cosa fa la non serenità) e così mi son buttata sullo studio, ma ho sempre continuato ad allenarmi, a mantenermi, che non significa però correre come avrei voluto. Poi è arrivata la laurea e poi si è pensato a lavorare. Nella disciplina come la mia se non fai il doppio allenamento non vai da nessuna parte, non stando in piedi 44 ore a settimana o comunque con poco recupero. Ad oggi posso dire che mi è mancato qualche sostegno dai vertici, ci son regioni che valorizzano di più il proprio patrimonio; il sostegno non mi è mai mancato da chi mi segue ormai da più di 15 anni, Antonello Podda, che è colui a cui devo tutto.
 
D. In Sardegna non hai più avversarie; in campo nazionale sfidi le più forti; nonostante le tue qualità di base, però, c'è una specialità, la maratona, in cui ancora non riesci ad esprimerti. E' solo una questione di taratura del motore (giusti rapporti tra potenza aerobica e potenza lipidica) o ravvisi anche un limite mentale?
R. Può darsi che abbia difficoltà nell'approccio alla gara, è vero che ho solo due esperienze, "una tanto per fare", la seconda, però, meritava in virtù dei lavori svolti; ma non ho mai trovato la giornata giusta. Sarà per la prossima, a costo di partire molto più piano e poter finire meglio. Il limite mentale in allenamento non mi pesa, magari le mie aspettative; se mi ridimensiono andrà meglio; del resto non posso eccellere in tutto, avrò dei limiti, magari pure energetici.
 
D. Se nel prossimo futuro entrerai nel gruppo sportivo della Forestale quali saranno i tuoi obiettivi?
R. Lo saprò, spero, a fine anno, ma credimi che non voglio pressioni, perché niente è dovuto, sarà una nuova sfida, molto più rischiosa, ma se sarà farò tutto con molta serenità. L'unico obiettivo è raggiungere finalmente un equilibrio almeno per un paio d'anni e provare a vedere cosa succede.
 
D. Oltre che dottoressa in chimica sei agente forestale. Pensi che per la tutela ambientale le leggi e i mezzi attualmente a disposizione permettano il controllo e la tutela del territorio?
R. Ancora è presto per rispondere a questa domanda, dopo sei mesi non posso scoprire tutto; dipende dalle zone e.. comunque il lavoro che svolgiamo è molto vasto ed è bellissimo, poi credo che in tutti i campi ci sia sempre da migliorare e guardare avanti.
 
D. A proposito dello stato di salute del nostro pianeta e anche della nostra isola sai della moria delle api? Sylvie Coyaud ha scritto anche un libro sull'argomento; e Albert Einstein, tempo fa, disse: - Se l'ape scomparisse dalla terra, all'umanità resterebbero quattro anni di vita; niente più api, niente più impollinazione, niente più piante, niente più animali, niente più esseri umani. Si tratta solo di catastrofismo?
R. Si, non sono così pessimista e poi non ci sono solo le api, non solo la loro mancanza porterebbe ad una catastrofe!
 
D. "Fatti non foste per viver come bruti, ma per seguire virtute e conoscenza" fece dire Dante ad Ulisse nel canto XXVI° dell'inferno della Divina Commedia, ...........Il sapere fa sempre la differenza; soprattutto in una donna. Sei d'accordo? Le atlete africane praticando l'atletica si affrancano da una condizione di sottomissione, hanno la possibilità di frequentare scuole e università. Perché non dici ai giovani atleti e non quanto sia importante studiare?
R. Studiare ti aiuta a scoprire ciò che vuoi essere ...ed è uno stimolo per il proprio futuro, ciò che ti rende orgoglioso.
 
D. Edgard Lee Masters in "Antologia di Spoon River" dedicò una poesia ad un chimico; De André la riscrisse musicandola in modo magistrale. Da chimico, che impressione ti fa ascoltare quel brano?
R. Scusa ma non lo conosco, o almeno non so che sia quella.
 
D. Tra i personaggi che hanno segnato la storia e l'arte della Sardegna qualcuno in particolare ti ispira? Per dirla con Baudelaire qual'è il "faro"?
R. Grazia Deledda, viva le donne.
 
D. Qual è l'ultimo libro che hai letto e che consiglieresti?
R. Ho veramente poco tempo per leggere..tra lavoro, allenamenti, casa e altri passatempo ..ho iniziato da poco Il cacciatore di aquiloni.
 
D. Conosci Wladimir Kaminer autore de " la cucina totalitaria"? Welt Am Sonntag afferma che sia difficile non amarlo; il laconico russo di Berlino non cerca niente, ma scopre meraviglie!
R. Non lo conosco.
 
D. A Ginevra hanno costruito un grande acceleratore; fisici, matematici, chimici cercano il "bosone"; se lo troveranno il rapporto tra scienza e fede muterà?
R. Non cambierà, la fede è qualcosa che hai dentro!
 
D. Fare l'atleta è un modo per scoprire il limite giocando o altro?
R. Si, è un modo per scoprire i propri limiti e poter avere sensazioni che raramente si provano; solo chi corre capisce quello che voglio dire; ma è tutto un sacrificio, per un anno queste sensazioni le hai per pochi giorni! ma ne vale la pena.
 
L'intervista che la dottoressa e atleta Claudia Pinna ci ha concesso si conclude. Non è stata certo frivola e all'insegna del pettegolezzo. E' stata pensata ed espressa in poche battute. E smentisce tutti coloro -e sono ancora tanti!- che credono che un atleta non sia avvezzo a pensare. Il concetto che puntella la "cultura italiana" è sintetizzato nel detto:- muscoli grandi e cervello piccolo!- Purtroppo è ancora troppo radicato nel pensiero comune. Sarà che si confonde la cultura fisica con gli aspetti marziali della motricità tipica del passato; quando invece l'intelligenza è direttamente proporzionale al movimento. L'uomo si evolve perché si muove, cammina, corre, salta, lancia. Il gesto marziale appartiene all'universo militare; i ludi atletici si svolgono sotto orizzonti di pace.
 
Alla prossima,
 
Michele Licheri.

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